giovedì 20 dicembre 2012

Incantesimi color rosa ....risotto al radicchio e prosecco

Da piccola ero convinta che il radicchio non era altro che un'insalata a cui una fata per capriccio aveva fatto un incantesimo dispettoso facendola arrossire, da qui il colore di rubino.  Quando mamma arrivava da lavoro con la spesa fatta, aprivo il cartoccio con cura certosina e cercando di non sgualcirne le foglie esterne toglievo il radicchio dall'involucro e chiudevo gli occhi per sentirne meglio la fragranza dolciastra di rugiada dolce che emanava.
Mentre  ad occhi chiusi cercavo di prender le misure al piccolo cespo rossiccio si faceva largo nella mia mente l'idea che doveva essere stata qualche fata zuccherina a fare quel dispetto, lo avevo sentito da zia G. che lo zucchero fa venir su certi capricci.
C'è una rosa antica nel Salento, l'aveva ereditata nonna e la chiamava zuccherina per l'appunto, con un nomignolo da lei arbitrariamente affibbiatole, una rosa magica che a primavera si mostrava al sole di un bianco candido e d'autunno, vezzosa com'era, si tingeva di rosa dalle sfumature intense, chiudendo un occhio malizioso al raggio impertinente arrivato fin lì per ammirarla, ma questa è un'altra storia...

RISOTTO AL RADICCHIO E PROSECCO



200 gr Riso arborio
1/2 cespo di radicchio tondo 
2 bicchieri di prosecco
1 tazza di brodo caldo vegetale 
1/2 spicchio d'aglio
1 pomodoro medio
1/2 cipolla di Tropea 
pepe rosa


La ricetta è semplicissima: soffritto leggero di cipolla e aglio a fette sottili sottili, aggiungere 1/3 del radicchio tagliato a pezzetti e il riso fare dorare senz'acqua e spegnere. Nel frattempo preparare il brodo se non lo si ha sul momento, tagliare il pomodoro aggiungendolo al riso e accendere di nuovo il fornello, Aggiungere il prosecco e rimestare bene, in modo che tutto il riso si ubriachi un pochetto. Aggiungere dopo qualche minuto il brodo caldo caldo e far cuocere normalmente. Aggiungere il restante  radicchio a cottura quasi ultimata e impiattare con una spolverata di pepe rigorosamente rosa.

lunedì 17 dicembre 2012

Precarietà e piani d'azione conseguenti,...Pane fatto in casa

Il mio tirocinio è finito da poco e tiro da una parte un sospiro di sollievo per le vacanze natalizie che mi aspettano e dall'altra brividi di freddo sento diramarsi su per la mia schiena, per via del fatto che passerò questi giorni cercando un lavoro e rispondendo ad annunci in modalità davvero poco choosy (questo giusto per tranquillizzare la cara Elsa, perché magari le è rimasto ancora il dubbio).  Su a Roma ho due care amiche  con cui di solito esco ed  invece di darci alla mondanità, solitamente andiamo a convegni, seminari con attestati al seguito, intermezzando la trattazione di questioni tecniche, etiche, morali e politiche dei relatori a considerazioni più personali ma quasi sempre contingenti al tema trattato con riflessioni personali sulla nostra quotidianità.
Ora, capirete bene che mettendo insieme una scrittrice con  un'ergonoma e una giornalista si può leggere il manifesto della precarietà. 
Giusto perché se si sta fermi si finisce a pensare e riflettere sulla propria condizione non proprio tranquillizzante di equilibrista ubriaco su una forcella poggiata su un filo di nylon a mille metri d'altezza, comincia pian piano a farsi largo nella nostra mente il piano d'azione dell'Home Made. 
Così al suono del motto "Precarietà dacce 'na possibilità" la giornalista riscopre nelle proprie mani il grande dono delle meravigliose  produzioni con pannolenci e perline, l'ergonoma il potere alchemico di trasformare una buccia d'arancia in magiche roselline color arancio e la scrittrice prova l'ebbrezza di fare il pane in casa di suo pugno a lievitazione mista, con pasta madre e le si apre il mondo dorato e profumoso dell'home made.
To be continued ..........

Pane a lievitazione mista 



Ingredienti:
500 gr. di farina di semola rimacinata Divella 
1 pugno di lievito madre
1 pezzetto di lievito di birra
1 pizzico di zucchero
semi di sesamo 
semi di papavero 
1/2 bicchiere di latte
sale
timo
olio extra vergine Sante Le Muse 


Allora, questa ricetta è stata più che altro una sperimentazione uscita devo dire benissimo. Da un bel po' di settimane, infatti, sto portando avanti la mia bella pasta madre insieme a inlungoelargo che merita un post a sé con ricetta, aspettatevelo, dunque, tra un po' di giorni. La lievitazione di CRIANZA ( è il nome della mia pasta madre)  è ancora debole per cui ho provato a fare il pane rinforzandola con un pezzettino di lievito di birra, giusto per renderla più sicura nella lievitazione.
Si procede in questo modo: farina a fontana, casetta del sale e pugno di lievito madre. Nel frattempo preparate il bicchiere con acqua tiepida in cui si scioglie il pezzetto di lievito e 1 pizzico di zucchero, mescolate bene e mischiate il tutto. riponete in una terrina oleata e coperta e sistematela a riposare con una coperta di lana sopra ben sistemata in un luogo caldo caldo.
Dopo qualche ora  lavorate la pasta che deve essere già ben lievitata con il mezzo bicchiere di latte e un altro po' di farina e olio per un bel po' di tempo a seconda della vostra pazienza.
Distribuite la pasta in panetti e disponeteli in una teglia di media grandezza con carta oleata sul fondo, spennellateli di olio evo e distribuitevi sopra del timo e i semi di papavero e di sesamo. Infornate a forno vivace per almeno mezz'ora. Per capire se è cotto basta aiutarvi con i denti della forchetta e spostare i panetti in modo da controllarne il fondo!

domenica 11 novembre 2012

sogni semplici...Torta di cioccolato, mele e cannella

Delle belle ottobrate romane ormai solo qualche ricordo, l'aria si fa più pungente e fredda.
Da circa una settimana ho fatto il cambio di stagione e lasciatemelo dire mi ci è voluta una bella manciata di giorni per convincermi a dedicare un'intera giornata a questo pesantissimo quanto inevitabile rituale. 
Così, mi sono fatta coraggio e sono scesa in cantina  a prendere l'odiosa scala e trascinarla nella mia micro casa facendola passare con un fracasso terribile non si sa come dalla mia porta d'ingresso.
Ho finito di travasare i miei vestiti nel piano inferiore dell'armadio e piegare e riscoprire maglioni, magliette, abiti, pantaloni e cappotti che avevo totalmente scordato di avere. 
Frida ha come sempre rivestito un ruolo di fondamentale importanza: dalla scala mi buttava a ogni piè sospinto i vestiti a terra, ancora non sono riuscita a capire se per aiutarmi o per farmi notare quanto il mio guardaroba avesse bisogno di un ricambio urgente.
Fuori piove da due giorni, a singhiozzi. 
Ogni tanto perdo Frida e me la ritrovo acciambellata sopra qualche maglione, dentro l'armadio a tenersi calda i suoi pensieri. 
E chissà quali sono i sogni di una gatta.
I miei li conosco e sono molto più semplici di quanto non si pensi: sentirmi un po' meno precaria.

TORTA DI CIOCCOLATO, MELE E CANNELLA


Ingredienti:

3 tazze di farina di grano duro
2 tazze di farina 00 Barilla 
4 cucchiai abbondanti di cacao amaro 
cannella a volontà 
1/2 bicchiere di olio extra vergine d'oliva Sante Le Muse
un pizzico di sale
granella di nocciole
2 uova 
4 cucchiai di zucchero 
3 miele Sante Le Muse
1 bustina di lievito
2 tocchetti di cioccolata fondente Novi
1 bicchiere di latte 


Mischiate le due farine, la cannella, il cacao, un pizzico di sale e il lievito. Battete le uova con lo zucchero e unitele nella terrina con  la  farina che avrete precedentemente mischiato con il bicchiere di latte e quasi tutto l'olio (parte ve ne servirà per oleare la teglia). Sbucciate le mele e tagliatele a fette sottili. Nel frattempo mischiate nella terrina l'impasto e aggiungete il miele e il cioccolato a scaglie. Versate nella teglia imburrata e sistemate le fette di mela in cerchi concentrici lungo l'intera superficie e aggiungete granella di nocciole. Infornate in forno già caldo per una trentina di minuti  posizione 3.
Ho l'abitudine di andare un po' ad occhio con le dosi, soprattutto con i dolci, perché di solito li faccio quando sono davvero un po'  troppo pensierosa, perciò aggiustate secondo i vostri gusti.

martedì 9 ottobre 2012

Corone e ricordi ..Zuppa di cipolle e mela rossa

Appese fuori sulla parete del porticato della mia casa romana campeggiano fiere, come coccarde rosse e dorate, corone di vario tipo: di aglio, di cipolla,  di peperoncino e pomodori. 
Stanno lì con un cipiglio un po' strafottente a guardare gli altri balconi inghirlandati di girandole e vecchi cd, formula pare di successo conclamato per mandar via qualche vecchio piccione che pigro sosta lì nei pressi. 
Così, quando al mattino tiro su la serranda per ritirare i panni asciutti o innaffiare le mie piante, sento il profumo inconfondibile di casa accarezzarmi le narici con quelle coloratissime e brillanti corone, tutte frementi e vezzose, intente a stiracchiarsi e cinguettare del viaggio lungo che hanno  fatto, dall'ultima punta più a Sud della Puglia fino a questo bizzarro cortile romano. 
Mentre Frida scappa a dirne quattro ad una farfalla che ha osato posarsi sull'edera senza il suo permesso,  chiudo gli occhi e ricordo mia nonna seduta sul muretto di casa, mentre lavora la corona di  fichi come un merletto e paziente mi spiega: 
"...perché le corone rendono la casa una regina e l'inverno meno freddo".

ZUPPA DI CIPOLLE  E MELA  ROSSA


Ingredienti:

4 cipolle sbucciate 
fior di sale integrale 
sedano 
1/2 mela rossa sbucciata 
1 c.no di conserva di pomodoro homemade (o concentrato) 
3 chiodi di garofano
1/2 spicchio d'aglio
3 tazze di brodo vegetale (ho usato quello ai funghi) 
pepe nero 
1 cucchiaio di farina di farro
olio extra vergine d'oliva Sante Le Muse

servire con 
crostini o tocchetti di pane fritto o taralli 

Tagliare le cipolle e la metà mela rossa a tocchetti piccini e sistemarle con un goccio d'olio assieme al  sedano a pezzetti , l'aglio e i chiodi di garofano in una pentola di coccio a fiamma bassa e far insaporire bene aiutandosi con il cucchiaio di legno.  Aggiungere un po' di brodo ( ho usato in questo caso il brodo ai funghi perché lo avevo in frigo  e  devo dire che il connubio è stato ottimo) e un cucchiaio di conserva di pomodoro homemade come nel mio caso o di concentrato di pomodoro e un pizzico di sale integrale fate cuocere con il coperchio aggiungendo di tanto in tanto il brodo.
 Quando le cipolle si saranno sciolte come la mela aggiungere il cucchiaio abbondante di farina di farro e amalgamate spegnendo ( cuocendola nella pentola di coccio la cottura procede anche se la fiamma è spenta) .
Servite con crostini o tocchetti di pane fritto o come nel mio caso, se volete essere più morigerati per via della dieta taralli appetitosissimi.


con questa ricetta partecipo al contest de la ginestra e il mare


lunedì 1 ottobre 2012

Questioni di razza .. Razza lessa in salsa agreste

Arrivo alla stazione Termini io, le mie valigie stracariche di libri e qualche vestito ancora leggero. Porto Frida, la mia gatta al seguito e due ore di ritardo sulle spalle colpa della linea interrotta e  della coincidenza con quella sostitutiva.
Roma fa capolino tra palazzi rossicci e antichi archi come cattedrali che ne coronano la chioma verde, periferica. Frida dorme nel trasportino mentre ripongo il libro in borsa e guardo la città farsi più vicina. Scendo dalla carrozza scimmiottando un equilibrista, il ragazzo moro e alto, salito per dare l'esame di Settembre  mosso a pietà mi aiuta nel passarmi la valigia pesante sulla banchina, ho il tempo per sistemare i manici della borsa ben fermi sotto quelli dello zaino sulle mie spalle. Attraverso il binario 21 carica come un mulo mentre ripenso a quelle creature mitologiche che sono i carrelli per i bagagli nelle stazioni, non se ne trova mai uno.
Arrivo sudaticcia e affaticata all'edicola per comprare due biglietti metro, mi metto in fila, paziente.
Una ragazza ultra chic svolta l'angolo lasciando dietro sè un profumo di caramello e vaniglia, con tacchi a spillo come compassi sul mondo e una minigonna ascellare, mentre ancheggiando porta a spasso una barboncina nera con collarino fucsia tempestato di brillantini e paillette monocrome. Sento un sibilo crescere dal trasportino verso di loro
MIAOOO FFFFTHHHHH FFFFFFFRTTTTTTHHHHHHHHHHHHHHHH
La mia gatta sa esprimere il suo essere contrariata e infastidita come pochi altri . Nel frattempo una signora si avvicina con aria affabile portandosi per mano il nipotino rubicondo e sorridente intento a mangiare la sua merenda di pane e prosciutto.
-Scusi sa ma è bellissimo il suo gatto. Guarda com'è bello caro - rivolta al bambino
-Grazieee.
Il bambino si avvicina con un lembo di prosciutto profumoso troppo vicino alla griglia del trasportino.
- Che razza è?
Non faccio in tempo a rispondere che Frida allunga la zampa e si porta dentro il pezzo di prociutto che oscillava lì nei pressi.
 Le conseguenze al gesto sono state diverse e nell'ordine:
  1. Pianto torrenziale del bambino;
  2. Tinte diverse sulla mia faccia, tipo aurora boreale;
  3. alzata di sopracciglio con misto di sdegno e vaga intolleranza da parte della signora e nei miei confronti e in quelli della mia gatta
Riflessione-la mia gatta diventa molto suscettibile quando si esprimono considerazioni razziste, a meno che certo non si stia parlando del pesce.


RAZZA LESSA CON SALSA AGRESTE





INGREDIENTI
Tranci di razza 
olio extra vergine d'oliva Sante Le Muse
aceto di vino rosso 
alloro 
timo 
aglio 

per la salsa:
aceto di vino rosso 
aglio
olio e.v.o. Sante Le Muse
prezzemolo

Far cuocere i pezzi di razza in un tegame con acqua aceto, aglio, timo e alloro (sale non ne ho messo perché era già bella salata di suo).
Scolare i pezzi  una volta cotti, pulirli e lasciarli riposare, nel frattempo lavorare gli ingredienti per la salsina a punta di coltello . Come contorno ho preparato un'insalata di fave in salamoia, lattuga e fettine di cetrioli.
PS- La razza è un tipo di pesce di molta sostanza per cui ho preferito alleggerirlo con una ricetta semplice e fresca il risultato ha superato davvero le aspettative.


venerdì 31 agosto 2012

Fine estate...frise con il pomodoro, basilico e peperoni fritti

La costa pian piano si rilassa, il mare si placa e chi si avventura in spiaggia torna felice a casa per essere riuscito senza troppo darsi da fare a scegliere un bel posto dove spalmarsi, che sia quasi sulla battigia o sulle dune contornato dai gigli di mare o sotto l'ombra gradita di un ombrellone a righe o pois.
Ho cominciato un nuovo libro L'amico Americano pescato in una bancarella di quelle sulla passeggiata in cui non sai mai cosa vai a trovare e udite udite ti scovo questo  assieme ad una pubblicazione di Weber La Scienza Sociale, presi tutt'e due come bottino di pesca estivo.
Il trentuno d'Agosto ultimo giorno utile per postare questa ricetta easy della frisa salentina con pomodoro , basilico ed immancabile peperone fritto.
La frisa è un alimento antichissimo, pane tostato lo si può trovare di orzo o bianche di grano, si bagna con dell'acqua e si condisce come si vuole. Immancabile cena estiva o merenda dal ritorno dal mare o manna dal cielo per qualsiasi studente o lavoratore meridionale fuori sede!


Ingredienti :

Frisa cotta in forno a legna,
Peperoni piccanti o dolci,
Pomodori,
Sale,
Origano, 
Olio extravergine d'oliva, 
foglie di basilico fresco.

Taglaire i peperoni a metà friggerli in olio già bello caldo, una volta dorati toglierli e riporli nella terrina insaporendoli con il sale. Immergere la frisa in una bacinella d'acqua per uno o due minuti a seconda di come la si vuole se più croccante o morbida (se la frisa è d'orzo si tiene anche per più minuti rimane più dura di quella bianca di grano). 
Togliere la frisa dall'acqua scolarla dell'eccedenza e riporla nel piatto condire con i pomodori freschi, sale, olio extravergine d'oliva e rosmarino. 
Servire con i peperoni fritti !

martedì 21 agosto 2012

Cartolina dalle vacanze con gatta al seguito

Ebbene si sembrava che me ne fossi andata e invece no! 
Così possiamo dirlo a volte ritornano!
Vi chiedo scusa per essermi assentata così a lungo, ma le cose si sono andate incasinando come quando mi scordo un pacchetto di fazzoletti alla portata della mia perfida gatta Frida che graziosa e gentile come al solito poi me lo fa trovare distrutto in coriandoli, riempendo ogni singola stanza con meticolosa attenzione.
Insomma, ho solo passato un periodo di tanto turbolenti quanto belli impegni ! E' uscito un mio secondo libro, ma di ricerca questa volta. 
Insomma dicono che l'anno bisestile porti sfortuna, non per me; del resto convivendo con una perfida gatta nera poteva dirsi il contrario?!
Sono tornata da un mesetto circa  nella mia Torre Vado, piccola e graziosa marina nel Sud Salento. 
Scrivo veloce mentre sento il lento infrangersi delle onde sulla battigia a trenta metri da me. I turisti  percorrono il Salento cullandosi nel caldo afoso che queste giornate di fine Agosto hanno riservato alle loro vacanze. 

 Frida si è preparata anche lei ad affrontare la vacanza. A Roma prima di partire per il Salento ha passato i giorni nell'esercizio bellico d'attacco alla preda ad un finto topino, giustamente lei pensava che il mare fosse un po' come la campagna. 
Fatto sta che nel giro di tre giorni la mia casa si è riempita, come per magia, di povere lucertole di mille grandezze; lei è la massima indiziata. Il veterinario che la segue nonché mio amico mi ha rassicurato dicendomi: "Te le porta a casa come ringraziamento, per affetto!". 
Ebbene sì sono proprio fortunata! 
:D

martedì 19 giugno 2012

Zuppa inglese con amarene...trent'anni o questione di compleanni

Ebbene sì. Il 3 Giugno ho compiuto trent'anni.
Ora, io vivo il mio compleanno sempre in maniera un po' sofferta e ve l'assicuro non è per un fattore anagrafico, per l'incedere strafottente degli anni, no, piuttosto perché lo vivo come un momento di analisi, in cui tirare le somme.
Comincio da una ventina di giorni prima e rifletto sulla faccenda, su ciò che in un anno ho prodotto e sulle cose che ho perso per strada e faccio i miei conti.
Perciò, lo vivo associato ad emozioni pastose, non sempre descrivibili come serenissime, ma mai più drammatiche del dovuto. Così ho fatto anche quest'anno e il mio bilancio personale non è andato malissimo, certo poteva essere migliore.
Trent'anni penso che facciano la differenza in una donna, si prende più coscienza di sé, si sente di aver fatto un passo grande, di distacco, ci si sente differenti.
La professoressa con cui collaboro e a cui sono molto legata, ascoltando in macchina le mie paure, sorridendo mi rassicura: "Su che trent'anni sono l'età più bella, l'età in cui ci si costruisce". E sorrido anch'io, guardandomi nello specchietto retrovisore di quello spensierato e sfavillante  maggiolino blu  che ho avuto la fortuna d'incontrare e ritrovo una trentenne che ha la necessità di crescere e non più una ragazzina.


ZUPPA INGLESE CON AMARENE


Crema pasticcera , 
biscotti saiwa,
limoncello,
amarene in sciroppo

Bagnare i biscotti saiwa nel limoncello e sistemarli sul fondo di una coppa ( più d'effetto se è trasparente). Aggiungere un po' di limoncello anche nella crema che è stata mantecata con una forchetta infilata in una metà di limone, in modo da renderla ancora più profumata. Versare la crema nella coppa e lasciare freddare in frigorifero. Versare le amarene sciroppate su ogni coppetta per ospite.


lunedì 21 maggio 2012

Muffins di frutta e cioccolato...il mio Sud

Apro la porta-finestra della mia casa romana ed esco sul porticato ancora in tenuta da notte con un vestitino a fiorellini senza maniche, avvolta da una pashmina comprata a poco prezzo nei dintorni della stazione. L'aria è pungente, il pavimento porta ancora le tracce della pioggia di ieri.
Ho i capelli scompigliati, gli occhi socchiusi ancora dal sonno e mi lascio accarezzare dai baci dolci che un sole timido riserva al mattino. 
Frida col suo pelo nero lucido corre come una saetta, dimenandosi tra piante fiorite e l'alberello di alloro ricevuto per la mia laurea, segnando in maniera forsennata il  perimetro della sua fantasia e  libertà. Il profumo del  caffè Quarta, caffè di tradizione salentina, accompagna la mattinata romana, ne tengo in mano una tazza a pois rossi, quella  comprata nel mio ultimo viaggio a Cordoba e chiudo gli occhi saggiandone l'aroma che ne esce delizioso.
Mi manca il mio Sud, penso.
Una voce alle mie spalle:
"Buona giornata signorì!"  
Un operaio con accento partenopeo che non conosco mi saluta dall'impalcatura del palazzo di fronte.
"Grazie e Buon lavoro anche a lei! "
Sorrido.
Il mio Sud è sempre con me.

MUFFINS DI FRUTTA E CIOCCOLATO


INGREDIENTI:

200 gr di farina
90 gr di zucchero 
2 cucchiai di miele biologico
banana, mela, kiwi, meloncino tagliati a tocchetti
cannella 
mezzo limone
1 bicchiere di succo di frutta
100 gr di burro
una manciata di gocce di cioccolato
una bustina di lievito
1 uovo

Unire in una terrina il burro fuso, il lievito, la farina, l'uovo e lo zucchero. Tagliuzzare la frutta e amalgamarla ai due cucchiai di miele. Unire poi il tutto con le gocce di cioccolato e la cannella. Imburrare gli stampi e cuocerli per una ventina di minuti a 180 °.

lunedì 23 aprile 2012

Decorazione per torta di fiori brinati e presentazione libro tre fili di lino sottile

Scrivo con la perfida Frida (la mia gatta nera al seguito) spalmata sul mio braccio destro mentre batto velocemente i tasti sul mio micro-computer.
Volevo chiedervi scusa per la mia assenza.
Sono ancora in Salento, sono scesa giù a Pasqua e tra una cosa e l'altra mi sono fermata quasi tutto il mese.
Ritrovo la luce più intensa e una leggerezza maggiore nel camminare sulla banchina del binario, probabilmente per via del capitolo chiuso con l'università.
La mia tesi la porto sempre appresso tipo coperta di Linus, sempre in borsa ( il formato è in A5), nelle mani ogni tanto un formicolio e farfalle nello stomaco, probabilmente per via del fatto che sto cercando lavoro e cercare la tua strada è forse la sfida più grande e tutto quello che mi sta capitando in questo periodo lascia una scia di piccola rilucente magia dietro sè.
Ci sono cose che ti scaldano il cuore come la decorazione di fiori e foglie brinate che è pura poesia  (fiori e foglie  spennellate di albume e poi fatte rotolare nello zucchero e lasciate a riposare in luogo fresco ed arieggiato). Una tavolozza impressionista sulla cassata siciliana che mia madre con amore ha preparato per la mia festa di laurea:



E sì che è una decorazione magica, tant'è che se mangi il fiore d'un tratto nel palato esplode un profumo meraviglioso: ora di menta piperita, ora di narciso, ora di lavanda, ora di fiore di malva...
E sono tanto emozionata perché questo sabato ci sarà la presentazione del mio libro "Tre fili di lino sottile"  edito con Libellula Edizioni. 
Perdonatemi, perciò, per la mia assenza prolungata dal blog e se qualcuno dovesse capitare da queste parti mi farebbe felice se venisse a trovarmi. 


Eccola qui la mia bella locandina, per chi fosse del Salento non può non esserci anche solo per sostenere questa povera blogger emozionata, condivido la locandina con l'augurio per sabato di non fare la figura della foglia di menta piperita brinata 
;D

venerdì 6 aprile 2012

L'insalata delle sette cose.. certe cose non cambiano

Quando ero piccola e arrivava il venerdì santo quello prima della Pasqua eravamo contentissime perché mia nonna preparava la rinomata Insalata delle sette cose come i sette dolori della Vergine e noi bambine ci davamo da fare ad inventarci un ingrediente diverso per arrivare a sette. 
Certe cose non cambiano. 
Non cambia Roma di questo periodo che nei forni trovi la focaccia al formaggio o quella dolce buonissima, non cambia la signora L. del piano di sopra che mi chiama in fretta e furia perché dice vuole essere sicura che non parto prima di aver ricevuto i suoi auguri pasquali, non cambia la barista bionda che poggia l'espressino sul bancone chiamandomi " A passerotta l'espressino sta qua", non cambio io che a poche ore dalla mia partenza ancora ho tutta la valigia da fare con solo la borsa dei libri sistemata.
Ho preparato l'insalata delle sette cose, ligia all'insegnamento matriarcale e c' ho messo, meticolosa, sette diversi ingredienti ,sette direbbe mia nonna come i dolori della vergine e io ci aggiungerei più o meno gli stessi sette di chi sta cercando lavoro...


INGREDIENTI:
:
Insalata riccia,
finocchio,
4 pomodori, 
metà cipollotto fresco,
mais,
mango,
un piattino di strozzapreti preparati con patè di pomodori,
olio evo,
sale marino,
aceto balsamico di Modena

Gli strozzapreti si sono un pò dissacranti ma mi avanzavano dalla sera prima perciò erano perfetti!Tagliare finemente il cipollotto e lasciarlo riposare per almeno 15 minuti in acqua e aceto in modo da alleggerirsi e mischiarlo con tutto il resto, è preferibile se avete gli strozzapreti o altra pasta di unirla all'insalata solo all'ultimo.
Buonissima Pasqua 
:)


giovedì 22 marzo 2012

Finocchi in besciamella e speck... chiudere un capitolo d'alloro

Mi sono laureata.
Si.
Il titolo chiudere un capitolo, direi cada a pennello.
Si.
A volte ci vuole pazienza e tenacia, soprattutto per quei capitoli tosti, quelli che ti richiedono impegno e poi alla fine quando giri l'ultima pagina, si prova il brivido del cambiamento. 
Da una parte, si ha la sensazione di sentirsi sollevati perché uno può guardarsi dritto negli occhi, allo specchio e gridare al mondo che l'ha fatta, che adesso è tutta un'altra storia, dall'altra, invece, si trova a scontrarsi con il codazzo di sensazioni pastose che il cambiamento gli riserva, sintetizzabili in un'unica domanda: 


" Bene, ci siamo laureate e adesso?! ".


Gulp!
E adesso non lo so, sfodero il mio sorriso più sornione e penso che in questi casi ci si debba attenere ai fatti e un fatto è che ora  ho potuto gioiosamente utilizzare la mia meravigliosa corona d'alloro, regalatami post discussione da mia sorella, come grazioso fuori porta del mio micro appartamento.
Se vedete qualcuno svolazzare tra le nuvole non preoccupatevi sono io, lasciate che mi trastulli ancora un po' in questo nuovo status da LAUREATA prima che io lo veda mutarsi in PRECARIA o DISOCCUPATA.


 :)


FINOCCHI IN BESCIAMELLA E SPECK



Ingredienti:
5 finocchi
besciamella 
200 gr di speck
pepe bianco 
olio evo
sale marino 
caciotta leccese ( o altro formaggio dolce)
gorgonzola
noce moscata 
pepe bianco
cipollotto fresco

Allora, sbollentare i finocchi ben lavati e tagliuzzati a rondelle, nel frattempo preparare la besciamella con latte, farina, pizzico di sale, pepe bianco  e noce moscata.
Scolare i finocchi sbollentati e farli asciugare su un panno, preparare una teglia con un trito di cipollotto fresco ed un filo di olio evo, sistemare i finocchi a strati con la besciamella, in modo che la besciamella li ricopra ben bene e sparpagliare a fiocchi pezzetti di speck e formaggio. Ad essere onesti io ho utilizzato un tipo particolare di speck aromatizzato con chiodi di garofano e cannella, regalo di una vicina di casa, ma è un piatto che viene bene anche con quello normale.
Infornare e servire spolverando del pepe bianco. 

giovedì 15 marzo 2012

The little dreams: La chiave di Lante

Testo: Mamecara
Foto: Fabr e Bussola
Modello: Francesco 12 mesi 


Lante ha gli occhi del colore dei noccioli di pesca d’estate e un ciuffo birichino che appena si distrae scappa giù per accarezzargli la fronte con la stessa tenerezza che ha la mano di sua madre, quando ogni sera piano gli rimbocca  le coperte lasciando dietro di sé il profumo di latte di mandorla e menta.
A Lante piace la notte, per quel cielo stellato che illumina le piccole strade di campagna come se fossero bucce d’arancia candita sparse alla rinfusa per dare conforto e baci dolci ai solitari viandanti.
Una notte di Ottobre, una di quelle notti in cui il cielo comincia a fare il broncio e non la smette di far capricci, piangendo a più non posso, Lante venne svegliato da un tintinnio metallico che proveniva dalla soffitta.
Così, piano accese la candela che aveva riposto sul comodino  e salì cauto le scale.
Dormivano tutti, persino il vecchio cane Birillo. Una volta in cima, accostò l’orecchio alla porta per carpire di cosa si trattasse e lo fece aderire bene, come gli aveva insegnato Nanni il garzone che era solito dire che con le orecchie bisogna ascoltare che a sentire tutti erano capaci.
Aprì la porta e cercò di farsi largo con il piccolo moccio di candela lungo la stanza.
Non ci era mai salito su in soffitta: la luna illuminava vecchi libri e scatole e bauli sistemati uno sull’altro.  “C’è qualcuno?!” Ma niente, nessuno gli rispose.
Lante era un bambino coraggioso e si avvicinò senza timore alla finestra pensando che  era davvero avventuroso essere svegliati da un campanello, salire le scale e ritrovarsi in una stanza che pareva un palazzo grande. Chiuse gli occhi e assaporò ogni nota profumata che si distingueva nella stanza: i fiori di  lavanda con il loro profumo dai mazzetti appesi e la fragranza del velluto bagnato della cappa rossa col cappuccio, poi la nota legnosa di virgulti di olivi intrecciati e il buon odore della paglia che abbraccia e nasconde piccoli pomelli di mandaranci profumati. 
Lante prese un libro dalla pila alta e impolverata, sistemò la candela sul parapetto dopo aver aperto le grandi imposte della finestra  e avvicinò il vecchio cesto di legno intrecciato con dentro un cuscino morbido di tela rossa  e ci si sedette dentro. 
Aprì il libro e assaggiò il profumo che le pagine emanavano,  sapeva di terra battuta e di mare, di suole di scarpe consumate e avventure stregate. La luna veniva illuminata dai lampi in lontananza e lo aiutava a veder meglio: si accorse così sin dalla prima pagina che quello non  era un libro come gli altri, no quello era il diario di Adelmo Gianfiore suo nonno. Se lo strinse forte a sé il piccolo Lante e cominciò a leggere racconto su racconto per tessere la notte di sogni ed avventure seguendo quella grafia alta e aggraziata che solo le mani del nonno avrebbero potuto dipingere sulle pagine bianche dimenticate.
Seguì le sue avventure su spiagge lontane e navi abbandonate alla ricerca di tesori nascosti e risposte a domande che un uomo solo crescendo si pone.
Lo lesse d’un fiato Lante, lo lesse come si legge un messaggio aspettato da tempo e arrivato per caso. Si sorprese vedendo legata nell’ultima pagina sul dorso interno della copertina una piccola chiave di ottone che portava il suo nome scritto a penna su un lembo del nastro che la fermava. Era  minuscola  con graziosi ghirigori che incorniciavano  l’anello superiore.
Non aveva senso legare una chiave al suo interno se il diario era aperto.
Tolse il nodo e cadendo si accorse che nascondeva una piccola incisione lineare a modo di tasca. Tastò con la mano il foglio sottile e si accorse del biglietto interno, lo cacciò fuori attento a non rovinarne la carta. Lo aprì e lesse il messaggio che Adelmo Gianfiore gli aveva conservato.
“La chiave Lante è magica, tutte le chiavi sono magiche, ma questa in particolare. Il nastro l’ha fermata perché sono solite andare di qua e di là come cavallette. Con questa chiave custodirai  le risposte che io ho trovato e aggiungerai, alle mie poche, le tue e la passerai ai tuoi figli e loro faranno lo stesso e per ogni risposta in cielo si accenderà una stella”. 




venerdì 24 febbraio 2012

Buona Luna stregatta a tutti ...


Psssss.........
stanotte abbiamo
tutti un buon motivo
per starcene con il naso all'insù
...
buonissima notte poco lunatica
e molto stregatta
a tutti
.......

mercoledì 22 febbraio 2012

Focaccia alla londinese..voglia di partire

La mia permanenza in Salento si è prolungata, colpa di interviste ancora da finire per la tesi e documenti in genere. In questo periodo la tesi mi sta sfiancando, non riesco a trovare un po' di tempo per me, per rilassarmi, leggere qualche libro, disegnare e men che meno dipingere. Lo stress più si va avanti più si fa sentire, la mia gatta perfida dorme placida e sonnecchia, il libro che mi sono fatta prestare da bussola il linguaggio segreto dei fiori sta praticamente appassendo sul mio comodino, la mia valigia sta mezza vuota e non vede l'ora di venire riempita, non so perché ma viaggiare in qualche assurdo modo mi tranquillizza, probabilmente per l'idea del cambiamento che si porta con sé..e intanto stasera progetto un viaggio londinese da Salia appena mi libero da un po' di impegni e che ne so magari poi giacché da Lynn e Peter a Liverpool ..bisogna che ci pensi  un po' ed essere una frana con l'inglese in serate come queste  poco mi importa  :)


Ingredienti:

farina mista 00 e di semola di grano duro
1 panetto di lievito di birra
1 cucc.no di zucchero
1 patata lessa schiacciata
olio extravergine d'oliva
pancetta affumicata a tocchetti 
rosmarino
timo
 salvia
olive verdi
capperi
sale qb

Procedete come per la pizza, io ho due abitudini quando faccio le pizze: la prima non pesare mai le cose, vado ad occhio o a terrine mi regolo meglio, per questo non ho messo il peso della farina e la seconda di utilizzare un mix di farina in questo caso 00 e di semola di grano duro che rende la focaccia una volta cotta molto più croccante e friabile all'interno. Mettete a lievitare in un posto caldo caldo la pasta con il lievito diluito in acqua non calda ma tiepida e un cucchiaino di zucchero. Passate almeno due o tre ore, prendete la pasta e unite la patata lessa frantumata, cercando di lavorare bene la pasta con l'olio extravergine d'oliva. Amalgamate poi la pasta già lavorate con i tocchetti di pancetta, olive capperi ed odori, infornate in forno già ben caldo, 7° posizione per una quindicina di minuti.

martedì 21 febbraio 2012

Spuma d'arancia.... notti stellate

Il tempo non è dei migliori. Mi sono fermata ancora un po' nel mio caro pezzo di Salento la mia tesi penso si allunghi di notte, non faccio in tempo a finire una cosa che ne escono altre tre. Dalla terra dove il sole ti bacia il piccolo paese pare diventato la terra dove l'acqua ti annaffia. Il cielo è grigio e da due giorni borbotta e scarica il suo malcontento, avrà anche lui qualche malanno di stagione.
Nella mia camera ho una finestra grande rispetto a quella della mia microcasetta romana e quando fa notte e fatico a prender sonno, a volte la apro per guardare quel cielo che sembra di velluto blu.  La mia perfida gatta nera si sveglia pure lei e si mette col naso alla finestra a godersi lo spettacolo della notte stellata. A volte la notte è buia, tutta scura come quella di ieri e succede perché la luna  ha badato di coprire bene le sue stelle con il largo foulard che tiene a portata di mano in modo che non si spaventino e non abbiano troppo freddo . Così quando succede so che le stelle anche se non si vedono stanno là sotto a godersi il calduccio e il profumo di quella seta scura e profumata e bisogna aspettare la sera successiva per vederle...ma visto che a volte io proprio non riesco ad aspettare ci faccio un dolce e lo riempio di stelle lucenti zuccherate....



Ingredienti
1 bicchiere  di succo d'arancia
mezzo di acqua
due cucchiai di zucchero
1 cucchiaio di frumina
scorza grattugiata di limone e arancia
biscotti integrali
e per l'inzuppo:
succo d'ananas o limoncello

Mettere su un pentolino il succo con il mezzo bicchiere di acqua, aggiungere lo zucchero a vostro piacimento i di norma ne ho messi due ma potete aggiungere e togliere regolandovi dalla dolcezza del succo d'arancia, aggiungere la frumina  e la scorza grattugiata di limone e arancia biologiche.
Tenere sul fuoco e rimestare sul fondo con una  metà d'arancia infilzata alla forchetta finché non inizia ad addensarsi. Disporre in due ciotole da dessert dei biscotti inzuppati con il limoncello se per i grandi, con succo d'ananas per i piccoli e ornare con scorzette candite d'arancia.

con questa ricetta partecipo a:




domenica 12 febbraio 2012

Orecchiette alle cime di rapa....questione di scelte

Nel resto d'Italia nevica. A Roma nevica. Ora, per una come me che è nata a trenta metri dal mare e la neve non la vede praticamente mai, immaginate quale può essere la reazione di contentezza che mi piglia nel momento in cui la punta del mio naso si fa rossa rossa a forza di stare all'insù per non perdersi neanche un fiocco di neve. Nel 1985 a Roma c'ero, tengo ancora le foto fatte nel cortile del palazzo tutto innevato: io nanerottola in braccio a mia sorella che sembrava una sciatrice professionista.
Eppure Ale il mio vicino di casa mi aveva persino avvertito che forse nevicava di stare attenta. Ho preso il treno per il andare in  Salento in fretta  e in furia, portandomi dietro la mia tenera e  un poco perfida gatta. Ho preparato la valigia mettendoci quattro cose per lo più libri e lasciato sul porticato stesi ad asciugare vestiti  e biancheria, la mia piccola edera e i bulbi di narcisi e giacinti fioriti.. Ho pensato di non sistemarli al riparo sotto la mensola, non curandomene troppo perché pensavo di ritornare di lì ad una settimana, in realtà le cose sono andate diversamente da come avevo preventivato e nell'ordine:
1. a Roma ha nevicato come non mai ,
2. sono passati otto giorni e io sto ancora qui nella terra dove il sole ti bacia,
3. io come al solito la neve non l'ho vista,
ora considerando che 
le mollette che uso per stendere i panni le devo cambiare perché sono tutte mezze squinternate,
il  vaso dell'edera e quello dei narcisi e giacinti stanno praticamente all'aria aperta..
si accettano scommesse sulla possibilità di trovare la mia biancheria ancora lì salva ma ghiacciata e le mie piantine ancora vive ad aspettarmi. 
Questa ricetta nasce quindi dalla consapevolezza che a volte faccio delle scelte come dire, dimostrando di non essere proprio una cima...;)


Ingredienti:

orecchiette fresche
cime di rapa
aglio
olio extra vergine d'oliva
capperi 
peperoncino
1 alice
sale qb

Pulire le rape e lessarle, scolarle con la schiumarola quando sono al  dente, riporle metà in un piatto e metà farle saltare in padella con un soffritto di aglio peperoncino, olio extravergine d'oliva ,capperi e un'alice o più ( a seconda del gusto) .  Nell'acqua di cottura delle rape cuocere le orecchiette e calare nell'acqua le cime di rape avanzate, scolare e far mantecare in padella.

lunedì 6 febbraio 2012

Ricetta antica di taralli ....e di Alice che gira il mondo

Sono tornata da poco  in Salento, io e la mia gatta nera ci siamo lasciate alle spalle il colore della neve  su una capitale vestita come una sposa, con diamanti e pendenti di cristallo. Quando ritorno a casa sono contenta, il fuoco del camino acceso, il mio cane, il mio mare. Ho aiutato mio padre a mettere ordine tra i vecchi ricordi chiusi nel baule di nonna e mi sono imbattuta in un plico di sue ricette scritte a mano legate insieme con un nastro di raso rosso. Così mi cimento con la ricetta dei taralli .
Il tarallo salentino è meravigliosamente grande, come una ruota; da bambina pensavo che l'avrei potuto portare a mare per usarlo come ciambella. 
La piccola Alice riempie quando arriva la mia casa, è figlia della mia bella cugina Cinzia che lavora a Bari e che come una raffinata equilibrista riesce a gestire mille cose insieme: il suo lavoro, un trasloco, il nuovo nato. 
Alice la vedi trotterellare per la casa felice con un sorriso che solo basta a far risplendere un paese. 
Ha gli occhi nocciola Alice, quando la fanno arrabbiare li stringe forte, fa il musetto e si mette contro il muro a braccia aperte in alto e grida forte, ma quando la fanno arrabbiare proprio tanto, fa notare il suo disappunto stendendosi per terra. 
Alice è una tosta, sa soffiare come i gatti. Le consegno il tarallo in mano come se fosse un manufatto antico, sussurrandole all'orecchio che è magico. I suoi occhioni lo guardano stupiti, è in silenzio incerta sul da fare, poi lo stringe come un manubrio e  saltella tra una mattonella ed un'altra come una piccola esploratrice, come se stesse scoprendo nuovi mondi.
Tutta concitata viene da me si mette sulle punte e mi sussurra all'orecchio: 
"Fa le magie sai... lo porto a mamma".
Date  un tarallo ad Alice che anche in una stanza riuscirà a girare il mondo.


INGREDIENTI

1kg di farina 
1 bicchiere di olio 
1 cucc.io di sale
semi di finocchio 
1 panetto di lievito
vino qb


Mescolare la farina con  i semi di finocchio e impastarla con il vino bianco intiepidito in cui precedentemente si è sciolto il lievito.
Lavorare bene la pasta ricavando prima dei salsicciotti e poi sistemarli a ciambelline, farle riposare così sistemate per un'oretta almeno.
mettere al fuoco una pentola d'acqua e arrivata ad ebollizione tuffarci i taralli uno per volta. Quando riaffiorano prenderli uno ad uno con la schiumarola e sistemarli in un canovaccio. Infornare poi tutti in forno caldo a 200 ° per una ventina di minuti. 

martedì 31 gennaio 2012

Escursione alla Macchiatonda

Quando sei giù, piena di scartoffie e libri, lavorio metodico per una tesi che pare la tela di Penelope fortunatamente ti vedi arrivare a casa bussola che ti coinvolge e travolge nella gita fuori porta a Macchiatonda, una riserva naturale a pochi chilometri da Roma. Così, fatto un allegro hurrà con le mie scartoffie che ricadevano offese in mezzo alla stanza, mi sono catapultata in macchina con lei e Fabrizio verso questa piccola oasi a Nord di Roma.
In effetti man mano che ci allontanavamo dal raccordo sentivamo il profumo acre della campagna abbandonare la fumosa e caotica città ...eccoci noi tre sfrecciare nella panda azzurrina come  tre piccoli Indy eh sì che Spielberg se ci avesse visto avrebbe preso noi al posto di .Harrison Ford, senza contare che c'avrebbe pagato pure meno.



L'oasi è molto bella, 250 ettari di pianura costiera a Nord di Roma, merita un'escursione soprattutto in primavera, adesso il paesaggio è duro e monocromo per via dell'inverno.


Mia nonna quando ero piccola mi diceva che la vita a volte ti fa strane sorprese, anche quando si è tristi capita sempre qualcosa per cui vale la pena non mollare.
Ed uno la casa e la famiglia se li porta dentro.
"Perchè" diceva " quando nasci con l'odore del mare, non è cosa riuscire a starne lontano. Vedrai che il mare ti segue sempre solo per farti ricordare"

Così nel vedere le due marine presenze appollaiate sulla barca rovesciata, per un attimo li confondo con i  miei cormorani che all'uscita mattutina per la pesca mi salutavano infreddoliti, sentinelle silenziose dell'immaginazione.
E sì che casa poi non è così lontana e come al solito nonna aveva ragione ...

venerdì 27 gennaio 2012

Risotto di lenticchie e pesto ...la filosofa del supermercato

A Roma succede sempre qualcosa di estremamente buffo. 
Questo in genere, a me nel particolare il buffo si sposa con il bizzarro e il fantastico.
Le mie amiche mi prendono spesso in giro perché dicono che sono una calamita vivente per le situazioni più assurde. 
Oggi c'è stato sciopero dei mezzi, quindi sono rimasta praticamente bloccata nel mio piccolo ma popolatissimo quartiere, in facoltà non ci sono potuta andare ( dovevo andarci per farmi correggere i capitoli della tesi e finché la mia prof non mi dà il suo benestare io manteco nella mia ansia ) perciò ho cercato di compensare a questa crisi di panico sbrigando  un pò di faccende a casa, tipo "pulizie settimanali" e "riempi il frigo vuoto facendo la spesa".
Ero in fila con la mia pila di buste e bustine in braccio, nell'ordine: lenticchie, riso, pane di segale, biscotti ai frutti rossi, mazzo di cicoria, farina di grano duro rimacinata, primitivo, mandarini, yogurt al caffè, feta e radicchio. Dietro di me un'anziana signora aspettava con pazienza la fila fischiettando.
Tutt'un tratto starnutisco, lo faccio talmente forte che per poco non mi crolla tutta la torre che diligentemente avevo messo in bilico sulle mie braccia e la signora anziana preoccupata mi prende il braccio e sollevandosi sulle punte mi fa " chicca che te sei presa la febbre?
Io: No signora sarà la polvere
E' una signora mingherlina, dal viso dolce dolce, con gli occhi azzurri come due laghetti, le guanciotte tonde e rosa, e gli occhialetti che sembrano incollati sulla punta del naso all'insù, dai lineamenti dolci e pacati.
Lei: Mi marito c ha er raffreddore sa?!
Io: Oh, mi dispiace
Lei: Maddechè nun te devi mica preoccupà pe lui, preoccupate più pe me..du palle a sopportallo..quello è raffreddato e se grida che sta a morì de febbre, poi er raffreddore Je passa e se lo sta a piagne pe altri venti giorni e me sento floscio e me sento stanco...
Io la guardo divertita e le sorrido.
Lei: che ce l'hai il ragazzetto?
Io: No signora non ce l'ho...
Lei: nun te lo fà per carità ..sai che strazio..poi quando te lo piji nun te lo levi più de dosso.
C'aveva ragione mi suocera, che pace all'anima sua diceva: "l'omini sò tutti fiji della stessa bona donna, bona se fà pè dì, insomma na ++++++++++".

MORALE: Non importa dove tu sia o che rapporto con lei tu abbia, una signora anziana, sentirà sempre il viscerale bisogno di spiegarti bene le cose, in maniera brutale ma onomatopeicamente interessante, ovviamente la percentuale che questo avvenga aumenta notevolmente se si vive a Roma. :)



Ingredienti:

4 pugni di riso,
1/2scatola di lenticchie piccole, 
spicchio d'aglio,
cipolla a fette,
1 bicchiere di  vino bianco,
olio extra vergine d'oliva, 
brodo vegetale
1 cucchiaio di pesto di pomodori secchi
1 cucchiaio di pesto di basilico (per guarnire)
sale marino


Fate soffriggere la cipolla e la punta di uno spicchio d'aglio con l'olio extra vergine d'oliva, aggiungete le lenticchie e il riso e rimestate a fiamma vivace, aggiungendo un po' di vino bianco. Poi fate riposare  a fiamma spenta per un quarto d'ora.
Accendete di nuovo la fiamma al minimo, aggiungete un cucchiaio di pesto di pomodori secchi e fate cuocere versando il vino bianco rimasto. Quando ormai il vino si è assorbito aggiungete il brodo vegetale che vi occorre per coprire il riso di almeno due dita e fate cuocere il risotto. 
Servite usando un coppapasta e guarnite il piatto con del pesto di basilico.

giovedì 19 gennaio 2012

Cuori di mele e cioccolato fondente...ascensori

Mi piacciono gli ascensori, stretti, affollati, eleganti, retro'; mi piacciono quelli con le grate a vista  li prendo appena posso mi ricordano quando ero bambina e saltavo sulle reti mi sentivo gigante; li prendo appena posso, quando ho carichi in mano o se arrivata all'università sono in ritardissimo come mio solito per l'appuntamento con la professoressa. Ora, non si può certo dire che io sia superstiziosa, non tanto da essere terrorizzata dai gatti neri o dal passare sotto le scale,quindi sventiamo subito il clichè della ragazza meridionale che cammina portando nella borsetta corni, aglio e cipollame. 
Detto questo giorni fa avevo un appuntamento in un palazzo, piano ottavo: l'ascensore era enorme pieno di luccichii, lo specchio contornava tutte quante le pareti e moquette rossa sul pavimento. Salgo sola, immersa nel silenzio e ne approfitto per ridare ordine ai fogli che portavo in mano e al trucco suicida dopo la barcata di mezzi pubblici. Penso che forse era meglio salire con qualcun altro, è barboso aspettare che si arrivi all'ottavo. Ci metto un'oretta a sbrigare le pratiche e ritorno ad aspettare l'ascensore. Con me entra un nugolo di persone, borsette e ventiquattrore comprese .
 Un signore con la barba pensa bene di divertire gli astanti raccontando la storiella letta sui giornali un po' di tempo fa su quell'ascensore che dal quarto piano precipita per un guasto tecnico al cavo con una decina di persone all'interno. La signora che mi stava davanti comincia a sudare e guardare la moquette terrorizzata, il barbuto continua a dilungarsi sulle urla provenienti dall'ascensore e sull'amministrazione del palazzo tutti in terrorizzato silenzio. 
Allora io: "Vabbè detto questo speriamo che non capiti a noi"
lui:" Oh  ma signorina che poi a loro non successe mica nulla"
io:" Si d'accordo ma la differenza che passa tra loro e noi non è sempre misurabile per cui forse sarebbe il caso di cambiare argomento di conversazione". Così la signora è riuscita a ridere sollevando lo sguardo appiccicato alla moquette e dopo aver allentato la presa dallo scorri mano con la bocca sottovoce si fece uscire un " La ringrazio infinitamente"

CUORI DI MELE E CIOCCOLATO FONDENTE


Ingredienti:
2 tazze di farina manitoba
1 tazza di zucchero
60 grammi di burro
1 uovo intero
cannella
1 cucc.no di  farina 00
cioccolato fondente a tocchetti
sciroppo di mirtillo
sherry
semi di finocchio
mela a tocchetti

Lavorate la  farina con il burro a tocchetti, aggiungete poi l'uovo sbattuto con lo zucchero e lavorate a lungo se vi occorre aggiungete un pò di latte. Fate riposare in frigo per un quarto d'ora. Preparate la sfoglia e andate a rivestire glòi stampi già ben imburrati, preparandovi già la copertura da sistemare una volta ripieni. In padella fate saltare su fiamma vivace le mele con cannella semi di finocchio sherry e goccio di sciroppo di mirtilli con una cucchiaiata d'acqua, prima che si asciughi l'intingolo aggiungete un cucchiaino di farina e spegnete. Aggiungete a freddo il ciuoccolato fondente a tocchetti e riempite gli stampini a cuore, chiudete con la copertura, io mi aiuto con l'albume in modo che i lembi combacino con più facilità. Sistemate a metà la griglia con gli stampi in forno ben caldo, cuoce in poco tempo a fiamma bella vivace.
E' buonissimo da servire con salsa di cioccolato, ma qui stiamo drammaticamente a dieta e ho optato per un più morigerato decoro di sciroppo di mirtilli.

domenica 15 gennaio 2012

Cestini di scarola e pancetta

E' domenica mattina la città dorme, io sonnecchio, ieri serata estenuante tra viuzze di una nuova città che mi ospita e foto da portare in valigia per sentirti un po' più a casa.
Antipasto arrangiato ma abbastanza chic per  cena inaspettata con il vicino :




Ingredienti:

Pasta brisè
1/2 cespo di scarola pulita
uvetta 
pancetta affumicata a tocchetti
sale marino 
olio extra vergine d'oliva
scalogno
vino bianco

Stendete bene la sfoglia di pasta brisè con il bicchiere o un coppa pasta ricavatevi tanti rotondi di pasta. nel frattempo tagliate la scarola e fatela saltare in padella con olio evo, scalogno, uvetta precedentemente ammorbidita sul fornello con una parte di brandy e due di acqua. Aggiungete la pancetta e un goccio di vino bianco, rimestate e spegnete. 
Con il cucchiaio riempite il centro dei cerchi di pasta chiudete il contorno pizzicandone i bordi, spennellate di albume i contorni e infornate.

con questa ricetta partecipo al contest di pensieri e pasticci